Ingredienti
Per insaporire i vostri piatti a base di carne, c’è la ricetta del salmì. Ecco cos’è e le migliori idee da fare in cucina.
Alcuni di voi si staranno chiedendo cosa significa salmì, spieghiamo subito, che con questo termine si indica una particolare e antica ricetta. Le sue origini sono davvero lontane, risalenti all’Impero romano. Una preparazione, quindi, appartenente alla tradizione culinaria italiana e a base di vino rosso. La preparazione di cui ci occupiamo oggi è adatta alla cottura di selvaggina.
Come si prepara il salmì
La preparazione generale si adatta a una grande varietà di carne. Ciò che serve è tanto vino rosso e tante erbe aromatiche, che rendono ancora più saporito il piatto. Accompagnate il tutto con verdure e spezie che, durante la cottura, possono anche sciogliersi e fondersi con la deliziosa salsa dal retrogusto prelibato.
- Per cominciare, ricavate la polpa di carne e lavatela. Poi, mettetela in una ciotola piena di acqua salata.
- Lasciatela in ammollo per 3 ore, nel frattempo ricordate di cambiare l’acqua per mantenerla pulita.
- Trascorso questo tempo, trasferite la carne in un’altra ciotola.
- Tagliate a tocchetti la carota, a spicchi sottili una cipolla e aggiungetele alla carne. Unite anche l’aglio e le erbe aromatiche a piacere.
- Versate sopra il vino rosso e trasferite in frigo per far marinare 12 ore.
- Dopo, scolate la carne e tagliatela a piccoli pezzi.
- In un tegame dal fondo spesso, versate l’olio, tritate finemente e unite l’altra cipolla e fate rosolare.
- Una volta fatto, trasferite in una padella più ampia, aggiungete la carne e accendete il fornello.
- Filtrate il vino della marinatura e versatelo sopra. Passate a cuocere a fiamma bassa e insaporite con sale e pepe e i chiodi di garofano.
- Ci vorranno circa 30 minuti o più per la cottura, fino a quando la salsa di vino si rapprende e la carne appare perfettamente succosa e tenera.
Ricette con il salmì
Come già anticipato, questa ricetta si abbina molto bene a carne di selvaggina. Tra le preparazioni più diffuse e amate c’è quella che include la carne di cinghiale con salmì, quella di lepre, di cervo, di anatra, di capriolo e di pernice. Potete insaporire il tutto con l’aggiunta di carote, cipolle e aglio e (non dimenticatelo) tante erbe aromatiche. Tra queste, le più usate sono erba cipollina, rosmarino, timo.
Ottima è anche la carne di animali da cortile: per la maggiore vanno quella di lepre e di oca. Gustosa, però, anche quella di gallina che, durante la riduzione di vino, trattiene il liquido. Assorbendo buona parte della salsa, rimane tenera e succosa.
Conservazione
Il gusto del salmì è la giusta ricompensa per tanto lavoro. Potete conservare la carne cucinata con questa tecnica in frigo, chiusa in un contenitore ermetico, per 3-4 giorni al massimo.
Origini e significato della ricetta del salmì
Conosciuta già in epoca romana, questa preparazione ha avuto molta più diffusione in età medioevale. In quegli anni, era maggiormente usata per insaporire stufati e brasati. Nel corso del tempo, si è scoperto come adattarla a una varietà più ampia di prodotti. Per la precisione, si tratta di un metodo di cottura particolarmente diffuso in Italia settentrionale e consiste in una salsa a base di vino rosso.
Una tecnica utilizzata per la cottura di carne di selvaggina e cacciagione. Il suo compito è quello di risaltare ancora di più il sapore di questa carne. La buona riuscita del piatto dipende anche dal vino che scegliete di usare. Per non rovinare l’ottima qualità di una carne tanto ricercata, potreste preferire una bottiglia di altrettanta qualità, come il Barolo. Tuttavia, se preferite un’etichetta più economica, il risultato sarà comunque succulento.